Il racconti di Hoffmann
Les contes d’Hoffmann è un’opera fantastica in cinque atti di Jacques Offenbach su con libretto di Jules Barbier, tratto da una pièce scritta nel 1851 in collaborazione con Michel Carré.
È la seconda opera composta da Offenbach, compositore dedito al genere dell’operetta, che tuttavia morì prima di completarne la strumentazione, terminata in seguito da Ernest Guiraud. La prima rappresentazione all’Opéra-Comique di Parigi nel 1881.
Atto I Prologo
Nella taverna di mastro Luther, in prossimità del teatro dell’opera di Norimberga, si parla della famosa cantante di nome Stella la quale interpreta il ruolo di Donna Anna nel Don Giovanni. La donna ha risvegliato l’amore di due personaggi: Hoffmann, poeta, ed il consigliere municipale Lindorf, un uomo sposato che la corteggia.
Il consigliere si impossessa della chiave della stanza della cantante, destinata in realtà al poeta. Gli studenti entrano cantando seguiti da Hoffmann accompagnato dal suo fedele amico Nicklausse. Il compagno del poeta paragona la storia amorosa di Hoffmann con quella di Don Giovanni, alludendo al testo dell’aria di Leporello “Notte e giorno faticar”.
Poco dopo Hoffmann si incontra con Lindorf, che si burla del poeta. Questi, però, crede di riconoscere nel consigliere le forze del male che sempre l’hanno tormentato. La tensione fra i due personaggi sfocia in un reciproco scambio di insulti. Dopodiché, Hoffmann torna a conversare con gli studenti e inizia a raccontare loro le sue esperienze con tre amori del passato, Olympia, Giulietta e Antonia, le cui caratteristiche si trovano riunite in Stella.
Atto II
Dedicato a Olympia, si svolge a Parigi.
Il fisico e inventore Spalanzani si inorgoglisce della sua creazione, una bambola meccanica chiamata Olympia. Hoffmann, suo allievo, è perdutamente innamorato della fanciulla che crede una donna vera. Entra in scena Coppelius, un rivale di Spalanzani, che vende a Hoffmann delle lenti che consentono una migliore visione, in questo modo il poeta potrà vedere in modo perfetto la bella Olympia. Ma Spalanzani è venuto a riscuotere l’assegno per aver creato gli occhi della bambola.
Cominciano ad arrivare gli invitati per la festa organizzata da Spalanzani per presentare la sua creazione. Olympia interpretarà un’aria. Nel bel mezzo della presentazione Spalanzani deve avvicinarsi precipitosamente a lei per ricaricare il suo meccanismo e impedire che si interrompa la finzione. Però l’estasiato Hoffmann non sembra rendersi conto di quest’ennesima prova dell’artificialità della sua amata.
Terminata la aria il poeta il poeta dichiara il suo amore all’automa. Tuttavia, quando prende la mano della fanciulla, Olympia si alza e dopo essersi mossa in varie direzioni, esce dalla sala. Entra Coppelius, che ha verificato che l’assegno che non è coperto, con l’obiettivo di vendicarsi. Hoffmann comincia a danzare con Olympia, ma la sua compagna meccanica volteggia sempre più velocemente finché il suo inventore si vede obbligato a darle un colpetto sulla spalla per farla smettere.
La fanciulla si allontana dalla stanza senza smettere di danzare. Una volta sparita dalla vista si ode un grande fracasso provenire dalla sua stanza: Coppelius ha compiuto la sua vendetta e ha distrutto Olympia, con grande orrore di Hoffmann, che finalmente si rende conto di essersi innamorato di una donna meccanica. Gli invitati si burlano del poeta afflitto, mentre Spalanzani e Coppelius si insultano a vicenda.
Atto III
Dedicato ad Antonia, si svolge a Monaco.
Hoffmann è innamorata della giovane Antonina che ha ereditato la tubercolosi dalla madre. La donna rivela a Hoffmann che il padre le ha proibito di cantare a causa della sua malattia. Tuttavia, il suo innamorato la incoraggia a sedersi al pianoforte e a intonare con lui il loro duetto amoroso ma la giovane si sente male. Avvertendo il sopraggiungere del padre Hoffmann decide di nascondersi.
Giunge il dottor Miracle; il padre di Antonia non desidera che il dottore la visiti, teme che ciò aggravi le sue sofferenze, così come era stato per la sua defunta moglie. Per mezzo delle arti magiche, Miracle fa la diagnosi della malattia di Antonia e desidera far cantare la giovane ma Crespel, in preda all’indignazione, caccia il medico da casa sua. Quando in fine Hoffmann chiede all’amata di abbandonare per sempre il sogno di diventare cantante facendole promettere di non cantare più.
Appena Hoffmann si allontana riappare Miracle che loda la bellissima voce di Antonia e la convince che la attende un futuro straordinario come cantante professionista; confusa, Antonia, si avvicina al ritratto della madre.Il ritratto prende vita e le consiglia di cantare, mentre il losco dottor Miracle impugna con entusiasmo un violino. Alla fine, il medico sparisce sotto il pavimento, il ritratto torna ad assumere il suo aspetto normale e la povera Antonia cade a terra, agonizzante.
Crespel torna appena in tempo per dare l’estremo saluto alla figlia. Arriva in quel momento Hoffmann, che il liutaio accusa di essere la causa della morte della figlia. Il poeta chiede a Nicklausse di chiamare un medico. Torna il dottor Miracle, che alla fine constata la morte di Antonia.
Atto IV
Dedicato a Giulietta, ambientato a Venezia.
In un grande palazzo dal quale si vede il Canal Grande. Nicklausse e una cortigiana di nome Giulietta cantano la celebre barcarola alla presenza di numerose persone. Quando finisce, Hoffmann intona un brindisi e lo dedica alla cortigiana della quale è perdutamente innamorato. Giulietta presenta Hoffmann a altri due suoi ammiratori, Schlemil, con il quale la giovane ha una relazione, e Pitichinaccio, e propone loro di giocare una partita a carte.
Rimasti soli, Nicklausse consiglia a Hoffmann di non commettere sciocchezze, ma l’avventato scrittore decide di non prestare attenzione agli avvertimenti dell’amico. Compare Dapertutto, uno stregone che si serve di Giulietta per manipolare la volontà delle sue vittime. Lo strano personaggio, che è già riuscito a rendere schiavo dei suoi poteri Schlemihl, adesso vuole impadronirsi di Hoffmann.
Con un diamante con il quale circuisce Giulietta, le chiede di sedurre Hoffmann allo scopo di rubargli l’anima catturando il suo riflesso in uno specchio. Hoffmann dichiara il suo amore per Giulietta e lei fa sapere che i suoi sentimenti sono corrisposti e lo mette in guardia dal carattere geloso del suo amante, Schlemihl. Dopodiché invita il poeta a guardarsi in uno specchio per conservare la sua immagine riflessa una volta che se ne sarà andato.
Dapertutto mostra a Hoffmann uno specchio. Il poeta si accorge con orrore che nello specchio non viene riflessa la sua immagine e manifesta i suoi sentimenti contrastanti nei confronti di Giulietta, che ama e odia al tempo stesso.
In seguito Hoffmann chiede a Schlemihl la chiave della stanza della cortigiana, ma tale richiesta fa scoppiare una violenta lite fra i due che si conclude con la morte di Schlemihl, ucciso con la spada di Dapertutto. Dopo essersi impossessato della chiave di Giulietta corre verso casa sua, per tornare indietro perché la giovane sta arrivando in gondola. La giovane non accetta l’amore di Hoffmann e sceglie il terzo dei suoi pretendenti, Pitichinaccio. Hoffmann, desolato, si allontana in compagnia del suo inseparabile Nicklausse.
Atto V
L’epilogo si svolge ancora una volta a Norimberga, nella taverna di Luther.
Hoffmann ha terminato il suo racconto e Lindorf, vedendolo completamente ubriaco, pensa di avere ormai partita vinta. Nel vicino teatro dell’Opera, intanto, la rappresentazione del Don Giovanni è finita tra gli applausi ed anche nella taverna tutti brindano al successo di Stella.
Luther prepara il punch, mentre gli studenti riprendono a cantare. La prima donna fa la sua entrata nel locale e si dirige subito verso Hoffmann, ma il poeta è in uno stato tale di ubriachezza che non può impedire a Lindorf di accompagnare la diva.
Hoffmann canta un’ultima strofa della storia di Kleinzach, prima di crollare su di un tavolo. Rimasto solo, ha una visione nella quale gli appare la musa della poesia che gli consiglia di dedicarle tutta la sua vita; il poeta acconsente stregato. In lontananza le voci degli studenti, che brindano di nuovo.
Libretto http://musicologia.unipv.it/collezionidigitali/ghisi/pdf/ghisi200.pdf
Partitura http://imslp.org/wiki/Les_contes_d%27Hoffmann_(Offenbach,_Jacques)